Download
Un progetto richiesto da Dario Verzulli, presidente dell'Associazione Autismo Abruzzo Onlus.
fu sottoposto agli organi regionali per il finanziamento, ma senza esito
PROPOSTA PROGETTO CANI PER PERSONE AFFET
Documento Adobe Acrobat 723.6 KB

 

PROGETTO S. MARCO

 

Si tratta di un progetto,  volto al recupero delle attitudini originarie dei  cani  pastori abruzzesi  ancora attivi nel settore della salvaguardia delle greggi,  conservando inoltre l’aspetto morfologico in funzione dell’attività svolta.

Esso avrà come sede principale e il Centro Pilota Sperimentale Ovinicoltura S.Marco, Sito in Castel del Monte (AQ) ove sarà curata la selezione e lo sviluppo dei soggetti  seguendo i criteri della biodiversità, già adottato nella selezione degli ovi-caprini presso il suddetto Centro.

Questo centro sperimentale per   cani da pecora appartenenti alla razza  Pastore Abruzzese, inserito in quello già esistente degli ovini, costituirà luogo di selezione, allevamento e scuola  per i futuri guardiani di pecore.

L’altopiano di Campo Imperatore, dove nel periodo estivo un numero riguardevole di pecore e capre, raggruppate in più greggi, pascolano allo stato  brado, rappresenta un inimitabile campo-scuola per gli allievi  guardiani.

Luogo, quest’ultimo, notoriamente popolato dal lupo, antagonista per antonomasia  del cane da pecora.

Il numero degli ovini presenti nel centro consente di lavorare su  di un discreto gruppo di cani adulti.

Il Centro sarebbe così in grado di produrre  cucciolate proprie,  pronti al reinserimento in  altre aziende con il medesimo indirizzo produttivo.

 

Così il Centro, operando una accurata selezione morfo-caratteriale,  assumerebbe la funzioni di “banca del cucciolo”, potendo fornire cani idonei al lavoro a chi ne  farà richiesta, nei termini  preventivamente stabiliti.

 

L’attività che, nel concreto, verrà posta in essere all’interno del progetto ed i risultati così conseguiti, saranno messi a disposizione del Ministero per le politiche agricole nonché dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana,  anche al fine di fornire elementi utili all’eventuale riconoscimento ufficiale di questa razza da lavoro.

 

Sarà indispensabile  curare  i rapporti con l’estero dove gli allevatori dei diversi continenti  hanno mostrato apprezzamento per questo cane da guardia al gregge e dai quali pervengono continue richieste di soggetti da inserire nel mondo delle loro realtà di allevamento ovino.

 

 

 

 

 

 

L’ ATTIVITA’ NEL CENTRO IN CONCRETO

 

Per quanto concerne il gruppo di cani già lavoranti nel centro  S.Marco, essi saranno utilizzati come istruttori, provvedendo alla sterilizzazione dei soggetti che potrebbero trasmettere gravi tare morfologiche nonché alla eventuale  diversa collocazione di quei cani giudicati inadatti anche a livello caratteriale.

L’approvvigionamento di cuccioli morfologicamente corretti per il Centro avverrà attraverso la collaborazione di  altre aziende private di allevamento di ovini nonché di allevatori cinofili, aderenti alla presente associazione, in possesso di  cani rappresentativi e rispondenti ai criteri necessari ad assolvere alle funzioni richieste.

I  cuccioli così acquisiti dovranno essere inseriti in età giovanissima nel loro ambiente di lavoro e possibilmente essere venuti a contatto con gli ovini dalla nascita, o quantomeno prima del compimento del 60° giorno di vita.

I cuccioli inseriti nel Centro  verranno muniti di microchip in caso non lo fossero già , registrati e corredati di una scheda personale che ne testimonierà lo sviluppo morfo-funzionale, tutto  opportunamente archiviato ed elaborato a livello informatico.

Questi cuccioli, avviati al lavoro e che a termine della permanenza ( in media di un anno circa) saranno risultati idonei, verranno affidati agli allevatori ovini presenti sul territorio che, avendone titolo, ne faranno richiesta. Tali affidatari   dovranno  dare contezza sulle sorti del cane avuto in affidamento, pena l’obbligo alla restituzione e della conseguente perdita dei requisiti per una eventuale futura richiesta. In alternativa, i cuccioli  potranno essere ceduti ad altri centri di selezione o allevatori presenti sul territorio nazionale ma anche all’estero.

I soggetti risultati non idonei verranno ceduti ad amanti di questa razza di cani che non hanno pretese di sorta.

All’interno  della muta varrà la legge del capo branco anche per quanto concerne la riproduzione. In questo modo il maschio, morfologicamente e caratterialmente già selezionato, evidentemente anche il più possente e determinato, potrà trasmettere geneticamente le proprie attitudini alla progenie.

Si procederà poi alla selezione dei cuccioli così nati nel centro, decidendo il loro futuro impiego. 

Gli esiti degli accoppiamenti verranno registrati, sempre a livello informatico, per consentire di tracciare  le capacità trasmissive rispetto le attitudini morfo-funzionali dei genitori.        

I risultati conseguiti a seguito del lavoro di selezione saranno raccolti in un annuale rapporto dettagliato, supportato da filmati e riproduzioni fotografiche, posto a disposizione del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali e dell’E.N.C.I. .

L’Aquila, 03.09.2005

 

                                               Il Comitato Tecnico

 

                                                         A.C.G.A.

Questo  libro  parla non solo del cane pastore abruzzese, ma anche di altre razze originariamente utilizzate in supporto alla pastorizia. In questo saggio faccio cenno  alle differenze e similitudini tra esse e come anche la morfologia e la biomeccanica svolgono un ruolo importante nella selezione di questi cani. Dal titolo però si evince che il filo conduttore è costituito dalla componente psicologica insita in queste razze e come essa interviene sulla funzionalità di questi cani, garantendo una pacifica convivenza tra operatori zootecnici  e predatori.  Questo saggio spiega come attraverso un sistema comunicativo tra guardiani e incursori si possono ridurre  sensibilmente i danni ed evitare che si scatenino, come in passato, guerre tra gli uomini che vivono di allevamento di bestiame da reddito e i grandi predatori, ormai sempre più presenti nei vari territori del vecchio continente.

Questo è il mio primo libro che parla della storia del cane da pastore abruzzese. Parla delle mie esperienze personali ma anche di fatti ed evidenze mai pubblicate in altri testi. Alcune cose contenute nel libro per gli appassionati cinofili evidentemente non risultano di sufficiente interesse, altre invece spesso vengono volutamente omesse perché considerate verità scomode. A me interessa dare informazioni e non riscuotere successo. Ho ritenuto necessario scrivere questo libro affinché restasse memoria di alcune evidenze che riguardano questa razza, spesso smentite ma solo a voce. E' un testo utile anche per chi vuole iniziare ad avvicinarsi a questo splendido cane, potendo così partire con le idee un po' più chiare; che di sciocchezze se ne sentono anche troppe in giro. A breve uscirà il mio secondo libro che parla dei cani da guardiania più in generale e la loro atavica predisposizione che li rende così adatti al  lavoro che svolgono.