Sempre più spesso sui social media si sente parlare del cane pastore abruzzese baffo. Lo si indica come tipologia a ricschio di estinzione. Quanto c'é di vero e su cosa si basa la teoria dell'effettiva esistenza di questa bizzarra viariante. Sino ad oggi non si hanno elementi descrittivi o visivi di tipo storico a conferma di una presenza importante di questa tipologia, nei tempi passati. Cerchiamo un po' di analizzare quanto in nostro possesso. Qualche sparuta foto in bianco e nero e alcune altre testimonianze fotografiche piuttosto recenti. Partiamo allora solo dalla parte morfologica documentata. Al termine della mia riflessione seguiranno una serie di fotografie che vi consentiranno di valutare voi stessi. Troviamo soggetti parzialmente o completamente diversi. Pelo mezzoforte, lungo o lunghissimo. A volte più concentrato nella regione della testa e a volte su tutto il corpo. Altre volte solo sul muso. Infatti il nome "baffo" nasce dai peli irti sul muso, che poco o nulla ha a che vedere con cani bianchi che sembrano dei Bobtail o dei Terranova albini. Insomma non vi è alcuna omogeneità tra i cosiddetti "baffo" fotografati in giro o proposti da qualche "allevatore". Soprattutto non si vedono mai genitori o nonni di questi soggetti. Nessuna tracciabilità. Potrebbe trattarsi di un atavismo che si ripresenta di tanto in tanto, come la versione flowered dello SharPei. Ma in quest'ultimo caso  abbiamo abbondante documentazione storico-fotografica e anche letteraria. Qua invece ci dobbiamo fermare alle supposizioni e racconti più o meno attendibili. Accantonerei l'ipotesi dell'esistenza di tale tipo a seguito di un adattamento naturale all'habitat e funzione. Un siffatto pelo, se solo sul muso non inciderebbe in alcun modo, mentre se presente su tutto il corpo diverrebbe addirittura controproducente. Le condizioni climatiche e geomorfologiche  del loro habitat renderebbero ad un cane con un tale pelo la vita assai difficile. Avremmo il problema del pelo bagnato con l'acqua che si gela addosso; fango che si impasta col pelo e trattiene l'umidità sul corpo; che attira spighe di erba secca (forasacchi) e altri scarti di vegetazione che si impigliano nel pelo. Insomma, pare tutt'altro che una variante che migliori o agevoli la funzionalità del cane. A prescindere che un adattamento naturale è possibile solo in assenza dell'intervento umano e se fosse utile invertirebbe la proporzione di presenza dei soggetti a pelo lungo rispeto a quelli "non baffi". Questo era più che altro per giocare e usare dell'ironia. Parlando invece seriamente. Guardando bene i soggetti ritratti nelle immagini e confrontandoli tra loro notiamo subito due cose. La prima che non vi è alcuna omogeneità tra loro, per sostenere che abbiano una origine comune. La seconda cosa è che le carattereistiche morfologiche e la costruzione scheletrica, a prescindere dal pelo, non corrispondono a quelle di un cane pastore abruzzese. Né a quelle dello standard ufficiale del maremmano abruzzese, ancor  meno alle caratteristiche del cane pastore abruzzese da lavoro. Intanto parliamo della conformazione della testa che è quella che dovrebbe maggiormente distinguere una razza dall'altra, ma soprattutto le tre categorie principali, ovvero dolicocefali, mesocefali  e brachicefali. Questi "baffi" mostrano teste completamente diverse anche tra loro. Alcuni hanno l'occhio frontale ed altri laterale; alcuni gli occhi tondi ed altri a mandorla. Alcuni hanno la testa convessa e altri più piatta. Molti hanno lo stop accentuato ed altri meno. Qualcuno mantiene una certa conicità dove il muso confluosce nel cranio ed altri mostrano porzioni cranio-muso completamente distinte. Divergono  tra loro negli appiombi e nelle angolature. La maggiorparte di loro hanno petto e torace puttosto stretti ed una groppa sfuggente. Ma soprattutto, molti hanno una struttura complessiva leggera. Se bagnati con la pompa dell'acqua rimane un fisico esile e più simile a cani dolicomorfi che non possono superare al massimo i 35/40 chilogrammi di peso. Insomma, per quanto mi riguarda si sta parlando del nulla assoluto e le immagini che segueno credo mi diano ragione. Ciò non toglie che anche le mie sono solo  supposizioni e perplessità, se pur legittime. Sono pronto ad essere smentito in qualsiasi momento, ma cortesemente non attraverso i racconti del nonno.

 

Avete avuto modo di osservare queste fotografie prese da facebook,  Goggle e mie personali, pubblicate per la maggior parte  da Giovanni Donati e L'Allevamento Di Casa Marziali o anche  su testi storici come "la cultura degli oggetti". Ora a voi l'ardua sentenza. Non necessita essere un esperto per notare le differenze fondamentali tra i diversi soggetti, se pure in parte nascoste appunto dall'abbondante pelo. Poi ognuno è libero di sostenere le proprie teorie o magari vedere in questi soggetti un comune denominatore. Solo che a mio modesto avviso, se di "baffo" vogliamo parlare, i soggetti con abbondante pelo su tutto il corpo, cosa c'entrano? O magari esiste anche la variante a pelo lungo.......chi più ne ha più ne metta.

FORSE E' IL NOSTRO CIOBANESC ROMANESC MIORITIC

Recentemente ho avuto modo di vedere alcune fotografie di cani da gregge romeni. Si tratta del Ciobanec Romanesc Mioritic, che somiglia molto ai soggetti che avete visto qui sopra. Per la verità, in Romania sembrano esistere una varietà esagerata di questi cani da pastore, che si differenziano poco nei vari nomi, ma moltissimo per aspetto. Alcuni sono quasi identici al nostro pastore abruzzese, mentre altri sembrano pastori del Caucaso o dell'Asia centrale. E poi c'è questa sorta di Bobtail da pecora. Ho la vaga sensazione che in quel paese, più che da noi, ognuno fa un po' come gli pare nell'attribuire arbitrariamente caratteristiche morfologiche e caratteriali a cani che fondamentalmente hanno le medesime origini e la stessa funzione. Sappiamo ormai attraverso il ritrovamento di reperti archeologici che nell'Eurasia esistono cani domestici già da oltre diciottomila anni. Parliamo dunque di "razze" autoctone e verosimilmente con origini comuni, anche se molto diluite nel tempo. Pertanto, nulla toglie che il Ciobanesc Mioritic possa essere una linea del cane da gregge bianco, selezionata da quel popolo ritenendo che il pelo lungo proteggesse meglio il cane dal freddo o dai morsi e che qualche esemplare possa essere giunto anche dalle parti nostre. Oppure, che questa variante inizialmente casuale, per mutazione genetica o infiltrazione di sangue di altre "razze", in quei luoghi abbia dato il via ad una selezione mirata, mentre da noi no. Una serie di studi genetici su esemplari di luoghi diversi potrebbe fornire qualche risposta più significativa, ma a quale fine? Ma soprattutto con quale utilità? Io, come già detto, ritengo che un tale pelo lungo sia non solo inutile ma addirittura invalidante perché poco funzionale. Mentre, se vogliamo tornare con i piedi per terra e considerare veramente solo i veri "baffo", ovvero quelli col pelo irto sul muso ma per il resto simili o identici a quelli "normali", tale caratteristica non aggiunge e non toglie nulla a funzionalità o carattere. È soltanto un elemento estetico che può piacere o meno. Purtroppo viviamo in un paese dove spesso si dà più peso alle chiacchiere che ai fatti. Del resto da noi si dice scherzando: " mica è fatica chiacchierare!" 

ecco alcune immagini del mitico Mioritic

Questo  libro  parla non solo del cane pastore abruzzese, ma anche di altre razze originariamente utilizzate in supporto alla pastorizia. In questo saggio faccio cenno  alle differenze e similitudini tra esse e come anche la morfologia e la biomeccanica svolgono un ruolo importante nella selezione di questi cani. Dal titolo però si evince che il filo conduttore è costituito dalla componente psicologica insita in queste razze e come essa interviene sulla funzionalità di questi cani, garantendo una pacifica convivenza tra operatori zootecnici  e predatori.  Questo saggio spiega come attraverso un sistema comunicativo tra guardiani e incursori si possono ridurre  sensibilmente i danni ed evitare che si scatenino, come in passato, guerre tra gli uomini che vivono di allevamento di bestiame da reddito e i grandi predatori, ormai sempre più presenti nei vari territori del vecchio continente.

Questo è il mio primo libro che parla della storia del cane da pastore abruzzese. Parla delle mie esperienze personali ma anche di fatti ed evidenze mai pubblicate in altri testi. Alcune cose contenute nel libro per gli appassionati cinofili evidentemente non risultano di sufficiente interesse, altre invece spesso vengono volutamente omesse perché considerate verità scomode. A me interessa dare informazioni e non riscuotere successo. Ho ritenuto necessario scrivere questo libro affinché restasse memoria di alcune evidenze che riguardano questa razza, spesso smentite ma solo a voce. E' un testo utile anche per chi vuole iniziare ad avvicinarsi a questo splendido cane, potendo così partire con le idee un po' più chiare; che di sciocchezze se ne sentono anche troppe in giro. A breve uscirà il mio secondo libro che parla dei cani da guardiania più in generale e la loro atavica predisposizione che li rende così adatti al  lavoro che svolgono.